Elicriso: storia e leggenda di una pianta immortale

par Anna Sipione

Data di pubblicazione: 11 giugno 2021

Una pianta dalle mille proprietà benefiche e definita “immortale” per la caratteristica dei suoi capolini, capaci di conservarsi inalterati nel tempo, anche dopo essere stati essiccati.

“Resterai intriso di fortuna, chi si adorna di elicriso”

Che storia, l’elicriso. Questo arbusto poco appariscente, alto non più di 50 cm e dal profumo amaro e pungente, quasi sgradevole, nasconde sorprese curiose. A partire dal nome, che le leggende attribuiscono alla prima ninfa che lo raccolse, Elicrisa. Bella ninfa, dai capelli dorati, che amava un Dio senza essere ricambiata e per questo, alla sua morte, fu trasformata dagli Dei in una pianta di elicriso i cui fiori, oggi, sono portafortuna per gli innamorati: “Resterai intriso di fortuna, chi si adorna di elicriso”, recita un detto popolare. Si dice anche che un mazzo di elicriso, lasciato seccare tutto l’anno e poi bruciato nella notte di San Giovanni, permetta di conquistare la persona amata.

Le proprietà di questa pianta, molto diffusa in Italia nei luoghi aridi, soprattutto nelle isole, dove a volte si estende tanto da coprire intere distese di terra, sono potenti quanto le storie di cui è protagonista. L’elicriso, infatti, è ricco di componenti come nerolo e acetato di neryl, tannino, cere ed elicrisina, che apportano numerosi benefici all’organismo.

Erba del respiro – come viene chiamata in alcune regioni d’Italia per le sue proprietà balsamiche – può essere utilizzata come rimedio naturale contro la tosse bronchiale ed è consigliata per le persone con diabete per la sua azione diuretica e depurativa. Non solo, l’elicriso è impiegato nella produzione di unguenti contro scottature solari, ustioni e psoriasi e, in oculistica, come emolliente in caso di congiuntiviti acute e croniche.

Immortale come l’amore della ninfa Elicrisa, ancora oggi conservato, intatto, nei suoi fiori dorati.

laissez un commentaire